Dune, di Lynch, per il Cinema in Terrazza

Per il cinema in terrazza: Un universo troppo grande per due soli autori: Dune

Frank Herbert pubblicò il primo dei due racconti di Dune nel 1963 sulla rivista di fantascienza Analog. Non immaginava sarebbe divenuta una saga di successo mondiale, un universo tanto complesso e ricco da costituire una delle più affascinanti e longeve mitologie del prossimo futuro.

I primi a cimentarsi nella folle impresa di un adattamento cinematografico furono I guerrieri spirituali Alejandro Jodorowsky e il produttore francese Michel Seydoux: un progetto grandioso e vano con l’obiettivo strombazzato di “cambiare il mondo”. Contattarono Salvador Dalì come interprete dell’imperatore Shaddam IV, così come Orson Welles, Gloria Swanson, Mick Jagger e Alain Delon.
Di questo tentata e donchisciottesca impresa, costata milioni di dollori e ore di lavoro, narra il documentario Jodorowsky’s Dune (2013) con interviste, tra gli altri, a Jodorowsky, H.R. Giger e Michel Seydoux.

Nel 1978 Dino de Laurentiis comprò I diritti del romanzo e contattò Ridley Scott che affidò la sceneggiatura a Rudy Wurlitzer (fine scrittore, oltre che sceneggiatore di Two-Lane Blacktop di Monte Hellman). Pare che lo scrittore complicò la storia di Paul con un incesto con sua madre. Fu Raffaella de Laurentiis, emozionata dalla visione di The Elephant Man (1980) a contattare il trentacinquenne David Lynch per affidargli la direzione di un film fantascientifico che fosse l’anti Star Wars: un film di personaggi e sentimenti.
Dune (1984) di David Lynch è l’ ambizioso tentativo di distillare immagini in movimento dal cuore alieno del romanzo di Frank Herbert. Preveggenza, viaggi nello spazio, immagini interiori dei personaggi: una fantascienza decisamente anticialtronesca rispetto alle tante pellicole che snocciolano I più triti topoi del militarismo e dell’infatuazione, tutta maschile, per I gadget tecnologici.