Info
H 17: inaugurazione Biblioteca e Fondo Perrella
H 18: presentazione ‘Petraio’.
Introduce e modera Achille Pignatelli,
intervengono Silvio Perrella (autore) e Antonio Biasiucci (fotografo)
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Silvio Perrella presenta, per la prima volta, il suo ultimo romanzo, Petraio, edito da La nave di Teseo. Prima della presentazione verrà inaugurata la Biblioteca comunitaria – I quaderni dello scugnizzo e il Fondo Silvio Perrella, donato dallo scrittore allo Scugnizzo Liberato.
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Siciliano di nascita, da molti anni vive e lavora a Napoli, dove si è laureato in Lettere moderne all’Università “Federico II”. È autore di Calvino (Laterza, 1999), Fino a Salgareda – La scrittura nomade di Goffredo Parise (Rizzoli, 2003, nuova edizione edita da Neri Pozza nel 2015, con il sottotitolo I movimenti remoti di Goffredo Parise), di Giùnapoli (Neri Pozza, 2006), di In fondo al mondo. Conversazione in Sicilia con Vincenzo Consolo (Mesogea, 2014) e di Doppio scatto (Bompiani, 20015), Addii, fischi nel buio, cenni (Neri Pozza, 2016), Insperati incontri (Gaffi, 2017), Di terra e mare, scritto a quattro mani con Raffaele La Capria (Laterza, 2018), Da qui a lì. Ponti, scorci, preludi (italosvevo, 2018), Io ho paura (Neri Pozza, 2018), Petraio (La Nave di Teseo, 2021). Tre sue favole urbane s’intitolano L’aleph di Napoli e L’alfabeto del mare, Le ombre della Gaiola, tutte edite da ilfilodipartenope, e costituiscono la “trilogia dei giovani amanti di Città”. Ha collaborato a quotidiani e riviste, quali Il Mattino e L’indice dei libri del mese, e dirige la rivista mediterranea Mesogea. La sua voce di tanto in tanto fa capolino dalle frequenze di RadioTre, in particolare modo nella trasmissione “Wikiradio” e “Le Meraviglie”. Per la Rete Due della Radio Svizzera Italiana ha ideato e condotto sinora due cicli di poesie lette e raccontate intitolati “Il divano” e “Ad ora incerta”. Dal 2007 al 2012 è stato presidente della Fondazione Premio Napoli. È stato finalista al Premio Viareggio e ha vinto i premi Bilenchi, De Sanctis e Concetta Barra. Nel settembre del 2016 gli è stato conferito, insieme a Raffaele La Capria, il premio Rugarli, dedicato a due generazioni diverse, ma in dialogo tra loro.
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Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale, fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il “Premio Bastianelli”; nel 2016 Premio Cultura Sorrento. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali. Ha collaborato inoltre a diversi progetti editoriali e ha partecipato a importanti iniziative culturali di carattere sociale.