Per le serate su Delphine Seyrig (1932 – 1990), attrice, regista e militante francese, proponiamo tre opere ( L’anno scorso a Marienbad, India Song, Jeanne Dielman ) che speriamo possano sintetizzare al meglio una carriera breve ma intensissima di una indimenticabile interprete, che ha saputo avvicendare senza stonature impegno poetico e politico, grazia e lotta.
Nata in una famiglia colta di origine borghese, Delphine Seyrig debutta con Resnais e Albertazzi ne “L’anno scorso a Marienbad”, e poi lavora col Gotha del cinema d’autore per tutti gli anni sessanta, Losey, Bunuel, Truffaut, ecc.
Denuncia la condizione femminile al cinema, la sua reificazione per lo sguardo maschile; con “Sois belle et tais-toi” ( Sii bella e sta zitta!) intervista una serie di attrici per ascoltare le frustrazioni di lavorare in un sistema patriarcale patinato e fasullo, dove la donna, appunto, deve tacere e accondiscendere. Le opere di Akerman e Duras la consegnano alla leggenda della settima arte, mentre i documentari assieme alla giovane regista e attivista Carole Roussopoulos – dove lavora e combatte in modo impareggiabile, distruggendo con ironia il “mainstream” sessista delle istituzioni francesi di quegli anni – ne fanno una delle più importanti icone cinematografiche del femminismo tout court.
L’Année derniere a Marienbad (FRA/ITA 1961,v.o. sott.ita, 93 min )
di Alain Resnais
con Delphine Seyrig, Giorgio Albertazzi, Sacha Pitoeff
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