Santa Fede Liberata

Ubicata in via s. Giovanni Maggiore Pignatelli 2, nel cuore del Centro Storico, Santa Fede Liberata – spesso conosciuto come il “palazzo delle vecchiarelle” – è stata un ritiro penitenziale femminile, un ospedale per prostitute, un conservatorio e persino la tipografia di Benedetto Croce. È stata occupata il 13 dicembre 2014 da un gruppo di associazioni, comitati, cittadine e cittadini, che la riaprono dopo decenni di abbandono. Un’occupazione che volle interrompere il lungo oblio che aveva sottratto al quartiere una preziosa risorsa, una delle tante ancora oggi inutilizzate, degradate o che vengono privatizzate perché percepite come ruderi e vuoti urbani.

Con il recupero di Santa Fede Liberata, la comunità desidera realizzare un’esperienza concreta di comunità, un processo complesso che necessiterebbe di grandi risorse economiche, organizzative e sociali. Per questo chi vive lo spazio considera l’attuale processo come “una lunga fase di transizione” da bene abbandonato a bene collettivo. Tale bene deve tendere alla riappropriazione degli abitanti dello stesso, con un uso costante dello spazio e la sua costante apertura e, nel contempo, la partecipazione e consultazione popolare per delineare un recupero e riuso attraverso un percorso di progettazione partecipata e di attuazione controllata dello stesso.

Cosa si fa a Santa Fede Liberata?

I percorsi e le iniziative promosse dalla comunità di Santa Fede Liberata sono eterogenei e numerosi. Spaziano da eventi culturali – presentazioni di libri, film e riviste, spettacoli musicali e teatrali – a laboratori di vario genere – sia culturali che legati all’autorecupero e alla condivisione di saperi ed esperienze – e soprattutto momenti conviviali, di aggregazione e socialità controculturali e differenti, per costruire un altro modo di stare insieme.

Particolarmente importante è il percorso Diamo voce ai senza voce, che si pone l’obiettivo di porre l’accento sull’abbandono e sulle problematiche vissute dai senzatettato del comune di Napoli, verso i quali la popolazione spazia dall’indifferenza all’odio – spesso incanalato da politicanti alla disperata ricerca di consenso. Inoltre Santa Fede Liberata ospita le iniziative del Presidio di Salute Solidale, un presidio che si ispira all’idea di una medicina condivisa, dove al centro del percorso vi sia la volontà di condividere saperi e pratiche per una maggiore determinazione collettiva e individuale. Il presidio cerca, quindi, di allontanarsi dal concetto di malattia e cura per promuovere una medicina che si focalizzi sulle persone a 360 gradi secondo il principio di contribuire a costruire una comunità che cura.

Santa Fede e la sua comunità sostengono anche numerose iniziative territoriali, che coinvolgo più gruppi radicali napoletani e che rappresentano vertenze locali o internazionali a Napoli. Tra questi percorsi vi sono quello dei Parenti e amici dei detenuti a Poggioreale, le iniziativa a favore della causa palestinese del vicino Centro Culturale Handala Ali e i percorsi del Carnevale Sociale di Napoli.

Il principale riferimento della comunità di Santa Fede Liberata è la sua pagina Facebook e la casella di posta elettronica liberatasantafede@gmail.com.