Giardino Liberato

Ubicato in Salita S. Raffaele 3, nel quartiere di Materdei, il “Giardino liberato di Materdei”  è un Bene Comune Emergente ad uso civico e collettivo, un luogo in, e attraverso, cui realizzare collettivamente progetti e attività formative, culturali, artistiche, scientifiche, sociali, politiche. Fondamentalmente è  fatto rivivere grazie alle abitanti e agli abitanti del quartiere di Materdei, ma anche da chi  attraversa  il territorio di Napoli e non solo.

Ricordiamo che il quartiere di Materdei rappresenta quella parte della città di Napoli che fu tra le prime a sollevarsi contro i tedeschi/nazisti nelle Quattro giornate di Napoli.

Un po’ di storia

Il Giardino Liberato era un convento delle suore Teresiane, monastero di clausura. La chiesa e il monastero erano stati fondati dalle suore Teresiane a seguito dell’eruzione vulcanica del Vesuvio del 1794, che distrusse il loro originario convento. In seguito il monastero fu prima adibito ad Educandato per giovani ragazze e, poi, venduto al Comune di Napoli nel 1930. Il progetto originario era di trasformarlo in un complesso di alloggi comunitari per anziani, ma, dopo il terremoto del 1980, il sito fu abbandonato e lasciato in disuso .

Nel settembre 2009 è stato occupato da CasaPound, movimento politico che si ispira a valori di estrema destra e di matrice neofascista e populista. Durante questo periodo nacque il Comitato degli Abitanti di Materdei che iniziò una campagna per la riapertura al quartiere della struttura e gli e le abitanti del quartiere, studenti e studentesse, disoccupati e disoccupate, militanti di tutta la città si adoperarono per cacciare nuovamente i fascisti dalla zona, liberando Materdei esattamente come accaduto nel 1943.

Dopo lo sgombero, dal 2011 è iniziata l’interlocuzione con  il Comune di Napoli affinché la struttura fosse ri-accessibile al quartiere e nel 2012 dopo l’occupazione/liberazione collettiva e popolare  e decine di iniziative, il Giardino venne affidato alle e agli abitanti del quartiere che cominciarono  a risistemarlo, a svolgere attività sociali e restituire il Bene alla collettività. Tutto questo grazie a coloro che si sono mobilitati per farne un “Bene Comune”. Tra il novembre 2011 e il 2012 lo spazio liberato, infatti e finalmente,  è stato riconosciuto come Bene Comune della città di Napoli.

Con la cacciata di Casapound, il Giardino Liberato cominciò a essere un luogo di costruzione e decisione condivisa e consensuale, caratterizzato da attività volontarie basate sullo scambio di tempo, saperi ed esperienze e dalla sperimentazione di attività di resistenza alla crisi e di modelli nuovi di relazioni umane.

La comunità di riferimento del bene è individuata negli abitanti che valorizzano e hanno cura del luogo e che danno senso al Bene comune inteso non solo come luogo fisico, ma come insieme di persone che ne costituiscono il suo corpo.

Cosa si fa al Giardino Liberato?

La città di Napoli e, soprattutto, i suoi quartieri storici soffrono di una cronica mancanza di verde pubblico, aggravata dai tagli al personale imposti dall’austerità e dallo scarsa manutenzione che certo non favorisce l’uso rispettoso degli spazi comuni.

La comunità del Giardino Liberato dedica importanti attività alla cura, alla socialità e alla condivisione, focalizzati sul verde che caratterizza lo spazio: un giardino, vissuto da grandi e bambin@, che consente una socialità tra piccoli e piccole, spesso assenti da qualsiasi discorso pubblico, un salone usato per corsi e laboratori Aikido, Kendo, Teatro con gli anziani del quartiere (che si sono autodefiniti Gli Sbadanti), concerti, eventi, feste.

Un’altra attività preziosa del Giardino Liberato, complice il silenzio – cosa rara tra i vicoli della città – è la splendida Biblioteca di quartiere. Un’attività ancor più importante se si pensa che Materdei, come altri quartieri di Napoli, non ha spazi, istituzionali e non, dedicati alla lettura o alla consultazione e manca anche di una vera e propria libreria.

La Biblioteca custodisce opere di carattere generale, dizionari e libri di letteratura e numerosi saggi, inoltre è attivo il servizio di prestito-libri. La Biblioteca fa parte del Patto per la lettura del Comune di Napoli.

Tra le attività cittadine a cui il Giardino Liberato contribuisce vi sono l’annuale Festa Multiculturale e Antifascista del Friariello, che solitamente si tiene nel cuore della primavera, e che non è una sagra, ma un evento che si svolge nella piazza Scipione Ammirato (piazza Metro), che è stato il luogo dove abitant@ del quartiere hanno cominciato a vedersi quando i simpaticoni di Casa Pound usavano il convento divenuto poi Giardino liberato, per ben altri fini (organizzavano fine settimana per esercitarsi a fare a ‘mazzate’). Questo evento ha come titolo: L’unico fascio che ci piace è quello del friariello.

Altro momento significativo e ricorrente è il Carnevale Sociale .

Infine la comunità del Giardino Liberato sta partecipando al percorso nazionale Per una Società della Cura.

La comunità del Giardino Liberato ha come principali riferimenti il sito web e la pagina Facebook. È possibile seguire le attività dello spazio anche su Instagram e su Telegram.

La nostra Carta d’Identità

Il Gigante buono e i suoi abitanti

Questa è la favola dell’ex Convento delle Teresiane, le cui origini risalgono al 1794, e di alcuni abitanti di un quartiere che si risvegliano per un affronto che viola la quiete dell’abbandono a cui il Convento era stato relegato.

La chiesa e il monastero furono fondati dalle suore Teresiane a seguito dell’eruzione vulcanica del Vesuvio del 1794 che distrusse il loro convento a Torre del Greco.

Il Convento fu venduto negli anni Trenta al Comune di Napoli che lo utilizzò per ospitare ragazze indigenti e anziane/i. Fu, poi,  abbandonato con il terremoto del 1980.

Nel 2009 un gruppo di persone appartenenti a Casa Pound lo occupano e gli abitanti si risvegliano in un brutto incubo. Riemergono ricordi, orgoglio e voglia di ricostruire un tessuto cittadino che rimetta in gioco la voglia di partecipare alla vita di quartiere e non lasciare all’incuria e all’abbandono luoghi che devono e possono essere restituiti alla collettività.

Materdei non è un quartiere qualunque, rappresenta quella parte della città che fu tra le prime a sollevarsi contro i nazifascisti nelle Quattro giornate di Napoli. Ancora oggi questo pezzo di storia resta nella memoria degli anziani.

Nasce un sogno, un desiderio, un’utopia: restituire agli abitanti il Convento che, dopo lo sgombero di Casa Pound, mostrava un muro invece del vecchio portone di accesso.

Il Comitato Abitanti Materdei nasce così, sull’istanza di ridare al quartiere uno spazio che era abbandonato e in degrado. Si cominciano a mettere in moto riflessioni e confronti, si pensa di ridare alla collettività un luogo che le appartiene, di utilizzarne i locali e il giardino. Si susseguono iniziative, contro il razzismo, l’omofobia, il sessismo ed il fascismo, valorizzando arte, cultura e creatività nel segno della valorizzazione delle differenze  e dell’accoglienza. Si affrontano tematiche  come la voglia di sicurezza, il diritto alla salute, la difesa dell’ambiente, il diritto alla casa, agli spazi verdi, all’istruzione. Nascono la Festa Multiculturale del Friariello, che celebra la voglia di stare e di fare insieme e di riprendersi le piazze, i cineforum all’aperto di “R’Estate a Materdei”, i Carnevali, costruiti dal basso e con le scuole, in rete con altri Carnevali Sociali cittadini, le assemblee sull’emergenza rifiuti, la mostra con visita guidata per le strade della resistenza di Materdei, la raccolta di firme l’acqua pubblica.

Si avvia un percorso istituzionale con il Comune, in quanto proprietario dell’immobile e responsabile del suo stato di abbandono. Si fanno progetti di fattibilità.

Il Convento, intanto, continua a rimanere chiuso agli abitanti, nell’immobilità in cui le istituzioni lo hanno obbligato, con quell’aria di gigante amico, che conserva i suoi segreti e che solo eccezionalmente lascia intravedere. Si insiste a chiedere la riapertura di questo luogo che, per la sua valenza simbolica, aveva catalizzato le energie di coloro che avevano sentito la necessità di essere attori della proprie vite.

Dal 2012 la struttura, ribattezzata Giardino Liberato di Materdei, è restituita al quartiere per uso sociale.

Con altre realtà simili il Giardino, “liberato”, fa parte di una Rete che ha aperto un tavolo di trattative con l’Amministrazione ed è stato dichiarato un ‘BENE COMUNE’, in un percorso che intende costruire un’ azione pubblica locale per tutelare e valorizzare quei beni di appartenenza collettiva e sociale che sono garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini.

Ora il giardino del Convento è aperto e ha rivelato i suoi segreti: un giardino, iscrizioni marmoree e oggetti, che testimoniano la vita delle persone e che raccontano pezzi di storia e il suo stato di abbandono sprona a ridargli un aspetto decoroso e dignitoso, così come dovrebbe essere la vita di ognuna/o.

Ora l’ex- Convento delle Teresiane è una cosa viva, fatta di pietre che respirano un’aria nuova, a riprova che sognare si può!